Un’ avventura unica, ogni giorno una nuova scoperta. Ricordo il mio primo momento sui campetti USA, la sensazione di stupore che ho provato in quel momento era indescrivibile, mi trovavo in un mondo nuovo, quasi alieno ma che ti fa apprezzare anche le piccole cose della vita quotidiana. Ho incontrato persone che probabilmente non avrei mai conosciuto. Ho vissuto giornate infinite e ricche di esperienze ... e di queste esperienze scrivo frammenti. Parole di ‘maestri’ e filosofia di ragazzi, ricordi e sogni permanentemente impressi nell’ anima. La gente accalcata attorno al campo: è stata una delle cose più coinvolgenti che abbia mai visto. I ragazzi dicono cose come:
‘Siamo qui per giocare, non per combattere. Sì, c’è rivalità, ma si tratta di unire la ‘comunità’. C’é tutto questo altro lato della pallacanestro e solo perchè è nascosto agli occhi dei molti, non significa che non sia vibrante’.
Non avrei voluto dover usare parole, ne usavo davvero pochissime da ragazzo, preferivo ascoltare. Certo non avrei mai né voluto, né immaginato di dover usare immagini per raccontare uno spazio che non le prevede. Il campo da basketball contiene sia le une sia le altre in modo completo. Non mente mai, è essenza del linguaggio dei sentimenti, del linguaggio del cuore che comunica in modo diretto, anche se non visibile, ciò che è davvero reale: le intenzioni emotive. Permettere a un’ idea di prendere forma significa capire che, a volte, una storia si allontana dalla concezione iniziale per assumere forme, profumi e colori diversi, per ‘rispecchiare i bisogni’ di coloro che sono ‘attratti da essa’. Non si tratta di me, riguarda loro e il modo in cui vivono la loro vita. Cosa li entusiasma, cosa vogliono ottenere, qual è la loro storia. Mi sono dedicato a scoprire e mostrare la bellezza delle loro passioni cercando di rendere bello ciò che è banale. Ascolto la maestria delle anime in cerca del significato e sento parole che vanno oltre la mia solita prospettiva:
‘Non ci presentiamo per vincere la partita, ci presentiamo per ‘vincere la giornata’. Se ci concentrassimo sul vincere la partita, non potremmo controllare le cose e diventeremmo tesi e nervosi. Se ci concentriamo su ‘vincere la giornata’ come obbiettivo, possiamo controllare tutto e restiamo calmi, rilassati ed entusiasti.’
La paura è la principale malattia dell’anima atletica, la paura di sbagliare, di non giocare. Quante anime, quanti pensieri incontro a bordo del campetto USA. Ascolto un pensiero di un grande giocatore:
‘Non si tratta di cercare i risultati ma del processo per arrivare al risultato. Riguarda il viaggio. La mente è una ricerca costante per essere la miglior versione di te stesso.’
- Kobe Bryant
Allenarsi quotidianamente ad essere la miglior versione di sé stessi. Ho capito che non esiste un percorso verso l’ eccellenza, verso la consapevolezza, la Consapevolezza è il percorso. Il percorso è spesso di mille miglia o più ma comincia con un singolo, primo passo di grande qualità. Osservo, ascolto cercando di capire tra slang e vocaboli corrotti dalla fretta, il ragazzo di colore:
‘Per me, essere nero è questa cosa che indosso che significa cose diverse in luoghi diversi e può essere letta in più modi.’
Imparo la ‘pratica di ascolto’. Si tratta semplicemente di sedersi con le persone e ascoltarle, specialmente i ‘neri’, che raccontano le loro storie ‘con molta vivacità’. Hanno la loro ‘musica’ con cui ballano, ma per il pubblico sono semplicemente ragazzi di colore. Pochi scelgono di ascoltare il suono dei loro movimenti. E’ un dialogo, usano il loro corpo come modo per mostrare come è il basket per loro. Storie alternative che le ‘persone’ devono ancora esplorare o che sono state ‘intenzionalmente’ cancellate dalla conoscenza contemporanea. E’ come uno stato d’ animo o un’ atmosfera in cui non capisci appieno cosa stia accadendo.
Entro in campo, gioco con loro sperimentando collages sonori, musica ambientale e rumore, tanto rumore, trovando armonia e divertimento nel giocare con combinazioni che all’ inizio non avevano senso, ma con il tempo, sembravano ‘non così folli’.
‘Faccio ciò che mi sembra giusto al momento. Improvviso e basta. Seguo semplicemente la mia immaginazione e cerco di creare qualcosa di più complesso ogni volta.’
Semplicemente trovano gli spazi che gli permettono di respirare. Mi sposto ai margini del campetto con un gruppo di ragazzi di colore. Trascorro del tempo con loro per comprendere meglio cosa li motiva. Comprendo il loro mondo sensibile in cui le espressioni di dignità e vulnerabilità sono protagoniste tanto quanto le apparenze superficiali. La moda è usata per parlare in relazione al soggetto o per elevarlo, e lo stile deve essere perfetto perché gli abiti sono trasformativi solo quando sono un giusto riflesso della persona che li incarna. Il campetto diventa un punto di incontro per il tipo di conversazione che molti hanno tenuto dietro porte chiuse.
‘A volte penso che potrei dire troppo di me stesso. Ma per me funziona. A volte è come una terapia. Mi siedo lì a parlare con i miei amici o con qualcuno che rispetto e dico semplicemente come mi sento. Poi me ne vado e mi sento più leggero.’
Ma non tutte le loro conversazioni toccano argomenti così vulnerabili. In un puro riflesso della vita quotidiana e dell’ amicizia ci sono risate che portano lacrime, dibattiti appassionati sulla musica e dissezioni leggere della cultura pop. Quando si siedono insieme, si immergono in una conversazione che abbraccia un ampio spettro, parlando di tutto, dalla musica alla famiglia, dal sesso alla politica. Le loro esperienze di vita sono intrecciate in episodi che a volte possono durare ore.
‘Chi non ci capisce vede questa passione come un vicolo cieco, uno spreco di tempo ed energia senza un guadagno tangibile. I nostri critici danno erroneamente valore alla destinazione percepita rispetto al viaggio illuminante. I giocatori di basket da strada sono sempre alla ricerca del loro Nirvana. Un paradiso dello street basket in cui la competizione e l’impegno per il gioco riflette gli stessi.’
Incontro ‘maestri’ di vita, ‘maestri’ di Basketball che mi raccontano di filosofie profonde, di Anime, di sensazioni:
‘Possiedo un potere tremendo per rendere la vita miserabile o gioiosa. Posso umiliare, divertire, ferire o guarire. Sono un elemento decisivo. E’ il mio approccio personale che crea l’ atmosfera.’
- Johann Wolfgang von Goethe
Mi raccontano di panchine a lato del campo da gioco, di umori e di aspettative. Ricordi di una vita passata a ‘scrivere’ storie di Atleti:
‘Forse il compito più arduo di qualsiasi allenatore è come influenzare coloro che guidano in modo positivo e progressivo. È semplice ma non facile. La tua influenza può creare o distruggere, può accendere un fuoco nella pancia di un atleta o può spegnerlo. Devi comprendere che la tua influenza è potente ma mai neutrale. Il tuo corpo, il tuo linguaggio, il tuo tono, le tue espressioni, i tuoi gesti, le tue parole e il tuo fare hanno tutti un impatto su come si sviluppano le cose.’
Ho sempre avuto coscienza che mantenere la propria etica e i propri principi significa agire con integrità. Definisco l’ integrità come il restringimento del divario tra ciò che crediamo e diciamo e ciò che facciamo. E’ la forza del carattere. Questa esperienza ha innescato il fascino per il corpo e il suo potenziale ma ha anche consolidato una consapevolezza, quella della relazione tra mente e materia, e tra creatività e attività. Trovo che i pensieri siano sensazioni fisiche, e le sensazioni fisiche siano pensieri. Sono inseparabili. Abbiamo un corpo, e il modo in cui lo sintonizziamo, lo muoviamo e ce ne prendiamo cura, alla fine decide come vediamo, siamo, pensiamo e agiamo nel mondo. Il mio approccio al Basket è non convenzionale. Anziché concentrarmi sull’insegnamento del modo giusto e sbagliato di affrontare una situazione, il mio obiettivo principale è promuovere l’ apprezzamento per l’ intuizione e ‘coltivare un’ affinità per lavorare da luoghi di dubbio, vulnerabilità o incertezza’.
Tutto inizia con una Storia. La vita è fatta di momenti.
Usiamo lo Sport come mezzo per comprendere la vita. La vita è un 'Gioco con la palla'.