Il Basket da Strada, una società a sé stante.

Giocando con contrasti visivi, ‘Il Risveglio della Pallacanestro’ descrive la solitudine che esiste nel nostro mondo iper-connesso di oggi. Voglio mostrare come le persone sono influenzate da questa nuova era tecnologica. Molte persone si sentono isolate e depresse. Nel mio lavoro raffiguro queste contraddizioni usando colori sbiaditi per rappresentare questa triste realtà. Sebbene a disagio nella loro solitudine, creo immagini piacevoli da guardare e che risvegliano un senso di ottimismo. Forse il futuro non è poi così cupo.

Questo volume è un resoconto intimo e suggestivo dei flussi e riflussi della vita su un campetto da basket. Le immagini catturano la personalità autentica dei giocatori che ‘vivono’ su quel campetto, e non importa che i partecipanti siano solitamente senza uniforme o addirittura ‘maglie contro pelli’. Le immagini raccontano storie di rabbia, speranze, di arrivi e partenze e offrono una visione straordinariamente originale e raramente proposta dal quotidiano vivere.

Mi sono concentrato sui momenti più significativi, quelli che cambiano la vita per sempre. Il libro mette in discussione anche la realtà, lasciando il lettore a chiedersi cosa sia vero e cosa sia finzione. Mi preoccupo di un’ altra, sottile ma lapalissiana questione che investe la pallacanestro e la vita a partire dall’ esperienza che se ne può fare, sia da giocatore, sia da spettatore: il suo manifestarsi ed agire come fenomeno vitale. I sogni sono molto personali, ma sono anche universali, perché è un processo che accade a tutti noi. Il modo in cui le persone li descrivono rappresenta la narrazione più brillante. Stabiliscono il tempo, lo spazio, l’umore. Ti immergi nel loro mondo attraverso la tua immaginazione.

All’inizio ho trascorso del tempo a ‘fotografare l’ arena’, dove ‘combattono’ gli atleti, ma con il passare del tempo ho iniziato a catturare anche gli spazi di ‘passaggio e preparazione’ e i ritratti del pubblico. Ho deciso che le immagini dovevano essere in bianco e nero per catturare l’ impatto che sentivo esistere tra ‘luce e ombra’, in alcuni casi portandole più verso le ombre per aumentare l’ esplosione della luce che sentivo contenessero. C’é un’ ambiguità in ogni scatto, in ogni parola, il romanzato ed il reale che si uniscono per dipingere un quadro di ‘momenti’ e libertà, di sorrisi e lacrime. Ogni campetto nel mondo è uguale, e ogni campetto è unico e diverso e poiché siamo qui ... il campetto riflette questo posto.

Il mio legame con i campetti è emotivo. Per me i campetti mostrano la ricerca umana di risposte, dissolvendo i confini tra realtà e finzione, ci conducono in un territorio trascendentale e si aprono a diverse interpretazioni. Questo è esattamente ciò che fanno queste immagini nella loro stessa creazione, uniscono le vestigia e i frammenti che aiutano a ‘formare e costruire’ i campetti … il campetto. Sono motivato dal desiderio di mostrare alle persone ‘da una parte del mondo’ cosa sta accadendo alle persone ‘dall’ altra parte del mondo’. Sono davvero interessato a ciò che questo libro può dirti, e può dirti molto se glielo permetti.

Non voglio semplicemente raccontare di nuovo la storia di campetti da basket in questo libro, ma sintetizzare l’ impressione che ne ho ricavato. Il mondo che costruisco affinché la storia possa vivere è in realtà solo un altro modo di guardare la storia stessa. È il mio modo di raccontare la mia storia dentro quella di qualcun altro.

Il basket da strada è uno strumento meraviglioso per raccontare storie, perché le parole possono arrivare solo fino a un certo punto. Le parole colpiscono ‘la testa’, ma il basket da strada colpisce sempre il cuore, lasciando una sensazione che resta per sempre. Le persone si sentono davvero coinvolte dalle storie raccontate attraverso il basket da strada e questo ha contribuito alla sua crescente popolarità. È il linguaggio del corpo, il nostro istinto umano più basilare è muoverci. Non importa la tua cultura, la tua lingua, il tuo background educativo o se sai leggere o scrivere, il linguaggio del basket da strada è universale. Un linguaggio tutto suo che ti raggiunge sempre.

Dedico il tempo a magnificare quei momenti silenziosi e privati di intimità, o mancanza di intimità. Mi piace prendere quei piccoli, apparentemente sottili, momenti poco importanti e farli sentire molto grandiosi ed importanti, perché in realtà lo sono. Ho intenzione di mostrare la magia e le cose belle che accadono lì. La maggior parte delle storie che affronto, o i progetti personali a lungo termine, in qualche modo alimentano una curiosità per le cose che mi tengono sveglio la notte. Uso il campetto come strumento e come scusa per trovare risposte a queste domande. Il linguaggio del corpo e gli occhi consapevoli, che sembrano sempre guardare qualcosa oltre l’ inquadratura, suggeriscono interiorità, complessità e una vita che continua anche quando l’ osservatore se ne è andato.

I giovani cercano la propria autostima e la propria fiducia in sé stessi. Sembra un tema strano agli occhi di coloro che osservano di sfuggita criticando la ‘semplicità’, a volte la ‘volgarità’, del campetto da basket. Io, non solo lo ‘vedo’, ne percepisco l’ esigenza. Incontro ‘Maestri’ di vita che mi raccontano di filosofie profonde, di anime, di sensazioni, mi raccontano dell’ approccio alla vita, caratterizzato da meditazione, mentalità positiva, profonda umiltà ed un impegno per una crescita continua.

‘L’ autostima è il nostro ‘senso di valore’ come esseri umani. Descrive le convinzioni fondamentali che abbiamo sul nostro valore e sulla nostra dignità. La nostra autostima è una misurazione interna. È come vediamo noi stessi e chi percepiamo di essere. La nostra ‘autocoscienza’ in questo mondo dipende interamente da ciò che sosteniamo di essere e fare. E’ determinata dal dal rapporto tra le nostre realtà e le nostre presunte potenzialità.  Quindi chi cerca il suo sé più vero, più forte e più profondo deve rivedere attentamente l’ elenco e scegliere quella su cui puntare la sua salvezza’.

È strano osservare grandi menti come ingegneri, medici, scienziati, grandi ‘personaggi di vita’  che hanno l’ ossessione di risolvere i problemi della realtà, quando la maggior parte dei problemi sono in realtà problemi di percezione. Ad esempio la pubblicità aggiunge valore cambiando la percezione, non il prodotto, e quel valore percepito può essere altrettanto appagante come valore reale. In sostanza, possiamo cambiare il comportamento raccontando alle persone una storia che gli faccia percepire qualcosa in modo diverso.

Il campetto da basket ‘deve essere’ percepito, compreso, ‘ascoltato’. Gli diamo significato quando lo guardiamo e cerchiamo di capirlo. Le foto di questo libro sono una rappresentazione del mondo fisico ma anche di un regno emotivo. Il ‘campetto’ può cambiare il modo in cui percepiamo il mondo e il modo in cui comprendiamo noi stessi.

‘Sono rimasto affascinato dal modo in cui il campetto si intreccia con la nostra identità e rimodella la nostra percezione della realtà’.